160 anni di Missione. La lettrice biblica Maria Vanzetta
Quest’anno la Chiesa Avventista del Settimo Giorno celebra 160 anni di attività missionaria nel mondo. Vogliamo commemorare questo anniversario anche noi dei Ministeri Femminili, ricordando alcune donne che sono state pioniere del messaggio avventista qui in Italia. La loro opera missionaria ha permesso alla luce della Bibbia di brillare in un’epoca in cui la Scrittura era praticamente sconosciuta ai più. Noi donne di oggi siamo sulle spalle delle donne che ci hanno preceduto e le cui storie possono ispirarci a continuare la loro eredità.
Maria Vanzetta ha servito il Signore per tutto il tempo della sua esperienza terrena, e Dio si è servito di lei per portare molte persone a conoscere il messaggio di salvezza in Gesù Cristo.
Figlia di padre italiano, era nata a Muelacker, in Germania, il 27 maggio 1908, da madre austriaca dalla quale aveva ereditato la lingua tedesca. Infatti, il suo italiano risentiva della madrelingua. Maria proveniva dalla bellissima Val di Fiemme, nelle Dolomiti, dove possedeva una casa e un grande tabian (fienile) nel comune di Ziano. Rimasta orfana dei genitori, era stata in qualche modo “adottata” dai coniugi Antonia e Alois Beer (1894-1981) con i quali è sempre stata in strettissimo e costante contatto, utilizzando la lingua tedesca nelle lettere e nelle loro conversazioni.
Negli anni della sua gioventù, quando studiava in Francia, Maria Vanzetta era stata inviata nei mesi estivi a Cremona per colportare assieme a Frieda Foditsch che, come lei, sarà lettrice biblica prima a Trieste e poi a Cesena.
Erano gli anni Cinquanta e a Cremona vivevano i De Meo, l’unica famiglia avventista, per molti anni, in tutta la città. Pertanto, qualsiasi avventista approdasse in quella nebbiosa località doveva inevitabilmente fare riferimento al terzo piano di Via Angelo Massarotti 5, prima, e 75, poi. Per anni la sala da pranzo di Iolanda De Meo (1915-1996) si trasformava in locale di culto il sabato mattina. In un clima di vera comunione fraterna, Maria Vanzetta teneva il sermone e, molto spesso, anche la Scuola del Sabato.
Non si è mai sposata e si è dedicata a tempo pieno al suo ministero che in quegli anni era difficile per tutti i pastori e soprattutto per una donna. Durante il suo servizio di lettrice biblica (oggi assistente pastorale) a Cremona, si occupava del piccolo gruppo avventista che molto lentamente si formava nella città lombarda, risiedendo in un miniappartamento prima in via Massarotti e poi in via Giordano. Soleva spostarsi sempre e soltanto in bicicletta, macinando chilometri su chilometri, mentre in altre località privilegiava i mezzi pubblici.
Nella sua missione di condividere il Vangelo, la giovane Vanzetta faceva spesso riferimento alle predicazioni del pastore Francesco Sabatino (1910–1962), che in quegli anni si potevano ascoltare sintonizzandosi su Radio Montecarlo. Andava nelle case e invitava le persone a cercare quella stazione radio e successivamente commentava con loro il messaggio appena ascoltato. Utilizzando questo metodo, presentava il Vangelo a moltissime persone, ma pochissime erano quelle che poi lo avevano accettato. Nonostante le grandi difficoltà e le delusioni, la giovane non si era mai arresa ed era sempre pronta a dare la propria testimonianza sia in pubblico sia in privato.
Prima di approdare a Cremona, Maria Vanzetta aveva prestato servizio a Bolzano, per poi passare a Conegliano e a Mestre. In quest’ultima località venne organizzata, nel 1954, la seconda chiesa avventista del Veneto proprio grazie all’infaticabile opera della nostra lettrice biblica. Poi, fu la volta di Jesi.
Dopo Cremona, Maria svolse il suo ministero a Roma, a Milano e a Torino. In queste due ultime città, fu nel nutrito gruppo che collaborava con il pastore americano Walter Schubert, nell’inverno del 1959, durante una lunga e proficua serie di conferenze, con buoni risultati dal punto di vista evangelistico. Insieme con un’altra lettrice biblica, Lidia Lippolis, erano le sole donne a fronte di ben diciotto pastori, oltre, naturalmente, all’oratore.
Piccola nota personale (di Giovanni De Meo, ndr): il 19 dicembre 1959, assieme ad altri trentuno catecumeni, sono stato battezzato da Francesco Sabatino nella chiesa di Milano, proprio a seguito di queste conferenze, dopo aver studiato la Bibbia sia con Maria Vanzetta sia con Sergio Sirri (1929–1963).
Tra tutte le località in cui Maria ha vissuto, Cremona le era rimasta nel cuore. Infatti, durante il suo servizio a Milano, continuava a prendersi cura del piccolo gruppo. Poi era andata in pensione nel 1968 e si era stabilita ancora a Cremona per alcuni anni, prima di trasferirsi definitivamente in Austria, presso una casa di riposo avventista a Semmering, nei dintorni di Vienna, dove ha concluso la sua “corsa” terrena il 14 marzo 1996, a quasi 88 anni.
Maria Vanzetta era entrata a lavorare nell’Opera avventista nel 1935, dopo aver studiato nel Seminario di teologia a Collonges-sous-Salève, in Francia. Spesso parlava di quegli studi e delle esperienze che le avevano permesso di allargare i suoi orizzonti, anche grazie alla buona conoscenza dell’italiano e del tedesco a cui aggiunse, naturalmente, il francese.
Lavorò per anni con il past. Domenico Visigalli che così la ricorda: “Era una donna molto consacrata, molto timida e schiva, che lavorava nel silenzio, tutta dedita all’evangelizzazione, agli studi biblici, alle visite missionarie e alla predicazione pubblica. A Jesi e Conegliano, era responsabile delle comunità e teneva delle conferenze. Siamo negli anni Quaranta e per una donna predicare in pubblico, tenendo addirittura conferenze, era un’eccezione. A Cremona, come detto, si occupò del piccolo gruppo che si riuniva in casa De Meo. Se oggi a Cremona c’è una bella chiesa, numerosa, lo si deve anche al suo lavoro. Un esempio di operosità e modestia”.
In ogni località in cui Maria Vanzetta ha servito, molte anime sono state toccate dalla profondità della predicazione del messaggio di Cristo attraverso la semplice ma efficace testimonianza di questa servitrice dell’Eterno, che non si è mai sottratta alle sue responsabilità di credente, convinta e sicura di aver amato il suo Signore e Salvatore con gran purezza e sincerità d’animo.
Tratto dal capitolo “Maria Vanzetta. La ‘lettrice biblica’ tedesca”, di Giovanni De Meo, pp. 54-56, del libro Libere donne in libera chiesa. 150 anni di presenza femminile avventista in Italia, a cura di Dora Bognandi, Lina Ferrara, Franca Zucca, ADV, Firenze, 2015.